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YVE EVANS and COMPANY
Yve Evans, voce e piano
Andrew D. Carney, tromba e flicorno
Bradley Austin Bobo, basso
Larry Washington, batteria

Novembre  

Giovedì 18

NOVI LIGURE
Venerdì 19 TRONZANO
Sabato 20 TORINO
Domenica 21 PINEROLO
Martedì 23 ASTI
Mercoledì 24 OMEGNA
Giovedì 25 VESPOLATE
Venerdì 26 CASALE M.TO
Sabato 27 GAGLIANICO
Domenica 28 SAVIGLIANO

Una splendida tradizione di cantanti-pianiste in equilibrio tra jazz, blues e pop attraversa e caratterizza il Ventesimo Secolo afroamericano: da Lil Armstrong a Una Mae Carlisle, da Georgia White a Julia Lee, dalle brillanti e argute protagoniste dello scenario postbellico di Los Angeles – Nellie Lutcher, Marion Abernathy, Martha Davis, Hadda Brooks, Jenell Hawkins - sino alla Sacerdotessa del Soul, Nina Simone, alla più eterodossa delle soul sisters, Roberta Flack, e alla più raffinata e icastica delle jazzladies, Shirley Horn. A questa variegata tradizione appartiene a pieno diritto Yve Evans, cinquantenne nativa di El Paso, Texas, e californiana di adozione, da tempo una delle presenze jazzistiche più solide e originali dell’intera West Coast. Versatile ed amabilmente eccentrica, dotata di uno humor contagioso che non di rado, sul palcoscenico, esplode in una comicità bizzosa e travolgente, la Evans è capace di lunatici quanto eloquenti e spiritosi cambi di registro, da un ombroso sussurro a un grido agro e granuloso (come nella versione irresistibile di “This Joint Is Jumpin’” di Fats Waller), ma anche di nostalgica delicatezza, di una fine magia soulful (come nella rilettura, in perfetta solitudine, di “Jessie” di Janis Ian, paragonabile per toccante grazia a quella di Roberta Flack). Vanta inoltre un vivido senso del racconto e uno swing grasso e palpabile: qualità che si combinano in maniera impagabile nella personalissima interpretazione del coleporteriano “Love for Sale”, giocata in una chiaroscurale, colloquiale altalena di piano e forte, come pure nella sofisticata “Moonglow” o nell’ammiccante “I’ve Got the World on a String” o nella mirabile rivisitazione strumentale del “Blackbirds” dei Beatles, in una chiave di funk da camera che mette in piena evidenza il suo pianismo percussivo e pulsante.
Nel canto di Yve Evans, nei suoi assoli, nella sua visione musicale, si colgono echi e influssi molto diversi, da Nellie Lutcher a Carmen McRae, da Erroll Garner a Della Reese, da Nat King Cole a Pearl Bailey (e lei cita come modelli anche Ethel Waters, Dorothy Donegan, June Christy, Sarah Vaughan,
Nina Simone, Gladys Knight): influssi che potrebbero apparire difficilmente conciliabili ma che risultano, all’ascolto, perfettamente amalgamati in una personalità poliedrica e irrequieta quanto profondamente marcata. La sua discografia è tutta su etichetta Note-Worthy: For Jaz C Me (1990), In A Sentimental Mood (1994) e The Gospel According To...Yve (1995).


Foto: Prince Moore

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