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LINGUAGGI JAZZ Archivio 2003 -TORINO-

Sabato 1 febbraio Piccolo Regio ore 21.15

KAHIL EL'ZABAR TRI-FACTOR

Kahil El'Zabar, batteria, percussioni e voce
Hamiet Bluiett, sax baritono
Billy Bang, violino

KAHIL EL'ZABAR TRI-FACTOR
Kahil El'Zabar, percussore e vocalista di punta della scena di Chicago, ha sempre prestato attenzione all'incontro tra la sua generazione e i pionieri degli anni '60. I suoi lavori a confronto con Archie Schepp, Joseph Jarman e Malachi Favors sono documentati dalla Delmark, come il notevole Africa N'Da Blues, a cui partecipa Pharoah Sanders: "quand'ero ragazzino, il suo 'The Creator Has A Master Plan' andava forte alla radio; curioso come la musica che ora viene classificata come 'avanguardia' fosse allora parte di un tessuto sociale a cui l'intera comunità faceva riferimento".
Alunno della conclamata AACP, Association for the Advancement of Creative Music, da quando aveva diciott'anni, El'Zabar è cresciuto nel South Side a contatto con la musica urbana del ghetto, doo-wop, gospel, bebop e naturalmente una massiccia dose di blues. La sua progressiva fascinazione verso le radici lo ha condotto a seguire corsi di musica africana in Ghana. Compositore, direttore e bandleader oltre che poeta e interprete di una serie di film indipendenti, ha collaborato con stelle in ambito jazz, soul e pop, da Dizzy Gillespie a David Murray, da Donny Hathaway a Paul Simon.
Hamiet Bluiett, membro fondatore del World Saxophone Quartet e fervido esploratore di timbri sotterranei e sensuali, ha avuto un ruolo cruciale nei gruppi di Sam Rivers e Charles Mingus. Considerato il più autorevole e lirico sax baritono del jazz contemporaneo, ha una vasta esperienza sia in quartetto che in compagini più estese.
Con le proprie ardite ma divertenti formazioni specialistiche (in particolare i due progetti paralleli, Baritone Nation e Blueblack, a cui partecipano altri tre baritonisti, James Carter, Patience Higgins e Alex Harding)
ama pattinare sulle ombre lunghe e inquietanti dei registri bassi, dove i riffs si rincorrono come nelle vecchie orchestrine di rhythm & blues e le ance vibrano come canne d'organo in una chiesa sconsacrata.
Il newyorkese Billy Bang è violinista dalle schiette doti melodiche e uno spontaneo, sofisticato feel per l'improvvisazione, e conserva nel fraseggio echi e screpolature della folk music. Originario del deep south (Mobile, Alabama, 1947), segnato dalla drammatica esperienza in Vietnam (che ha ispirato il recente, poderoso "Vietnam: The Aftermath", registrato con la partecipazione di sei veterani di guerra), Bang è attivo nel jazz radicale e politicizzato già dai primi anni '70. La sua carriera lo ha visto al fianco di Sam Rivers, Don Cherry, James "Blood" Elmer, delle provocazioni funk di Bootsy Collins e soprattutto delle planate intergalattiche di Sun Ra.
Per natura e temperamento, il Tri-Factor è un progetto inevitabilmente aperto, dove le coloriture difformi di Bluiett e Bang sono integrate dal "terzo fattore", il campionario di Kahil El'Zabar di diretta provenienza africana, conga, kalimba e tamburi "parlanti" oltre a balafon, campane, mbira e altre componenti ancora più esoteriche.


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