Home page

Indietro
LINGUAGGI JAZZ Archivio 2003 -TORINO-

Sabato 8 febbraio Piccolo Regio ore 21.15

GIOVANNI TOMMASO QUINTET
SECONDO TEMPO

Giovanni Tommaso, contrabbasso
Luca Begonia, trombone
Daniele Scannapieco, sax tenore
Antonio Faraò, pianoforte
Massimo Manzi, batteria


Giovanni Tommaso
Appassionato e rigoroso omaggio al grande cinema italiano, Secondo Tempo nasce su disco (con Joe Lovano al sax, Terri Lynne Carrington alla batteria, Luca Begonia al trombone e Antonio Faraò al pianoforte) come sequel all'acclamato La Dolce Vita, concepito in compagnia di Enrico Rava e incluso tra i primi 10 album della "Critics Choice" 2002 della rivista Jazziz. Giovanni Tommaso non è nuovo ad importanti riconoscimenti internazionali: nel 1999 è stato l'unico musicista italiano ad essere incluso in tre categorie (album, musicista e gruppo dell'anno) dal gotha della stampa jazz americana.
Nato a Lucca nel 1941, Tommaso è fiero di essere conterraneo di Boccherini e di Puccini, anche se lasciò la città natale a diciott'anni per andare a New York, a vedere "che aria tirava, laggiù". "Imparai parecchio, e conobbi musicisti straordinari, che negli anni successivi, quando erano di passaggio in Europa, mi chiamavano per i concerti". Così, nei primi '60, quello che sarebbe diventato uno dei migliori contrabbassisti di jazz a livello mondiale, ebbe "la fantastica opportunità di suonare con Sonny Rollins, Max Roach, Kenny Clarke, Chet Baker e tanti altri. Quando Chet era in carcere a Lucca", ricorda con affetto, "la sera andavamo a suonare sulle mura e lui ci rispondeva con la tromba; c'era una bella amicizia tra noi".
Nel 1972, quasi per sfida, assieme a Franco D'Andrea fonda il Perigeo: cinque anni di successi, dischi in classifica, concerti in tutto il mondo... La primaria formazione italiana di jazz rock è anche il veicolo per avvicinare al jazz tanti ragazzi di allora. Poi nacque il Quintetto, una formazione squisitamente "acustica", tuttora in attività, nella quale, in 25 anni, hanno ruotato i massimi solisti del jazz italiano.

Luca Begonia, classe 1965, è stato “alunno” del gruppo di Clark Terry con il quale si è esibito al Blue Note di New York; ha suonato nelle big band di Natalie Cole, Ray Charles e Gianni Basso. Si è brillantemente confrontato in numerosi tour europei ed americani con alcuni grandi stilisti del suo strumento, tra cui Bill Watrous e Carl Fontana. Oltre a guidare un proprio quartetto e a proseguire l'attività di musicista classico con organici sinfonici, è docente di tromba e trombone presso la Scuola del Centro Jazz Torino.
Il sassofonista Daniele Scannapieco, originario di Campagna (Salerno), classe 1970, è musicista eclettico e di grande sensibilità. Di casa a Parigi e New York, ha partecipato alle incisioni Blue Note di Flavio Boltro e Paco Sery e guida un sestetto in collaborazione con l'amico Stefano Di Battista, sax alto e soprano.
Antonio Faraò (Roma, 1965) combina un gusto "mediterraneo" con la profonda conoscenza della tradizione pianistica neroamericana. Grazie al suo stile virtuoso e soulful ha meritato il primo posto, nel 1998, al prestigioso "Concours Martial Solal", organizzato dalla città di Parigi una volta ogni dieci anni per premiare il miglior pianista internazionale, e una scrittura per l'etichetta tedesca Enja, il cui debutto reca il titolo significativo Black Inside.
Massimo Manzi (Roma, 1956) è maturato come batterista jazz alla scuola di Elvin Jones e Max Roach; di quest'ultimo ricorda la famosa distinzione tra "musica per intrattenimento e musica per l'arricchimento interiore". Le sue collaborazioni, che privilegiano la seconda ma che rappresentano sempre grande "musica da ascoltare", sono documentate da una trentina di dischi. È del 2000 l'esordio come leader, Quasi Sera.
Il Quintetto si è esibito per due anni consecutivi all’Umbria Jazz Winter ed al Jazz Fest di Porto Rico. Sono invitati per l’attuale stagione al Festival di San Francisco, in Australia e a Cuba.


Indietro