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LINGUAGGI JAZZ Archivio 2003 -TORINO-

Sabato 1 marzo Piccolo Regio ore 21.15

JIM BLACK
AlasNoAxis
Jim Black, batteria e laptop
Chris Speed, sax tenore e clarinetto
Hilmar Jenson, chitarra
Skuli Sverrisson, basso e laptop


Jim Black
È musica di impianto postindustriale quella del quartetto di Jim Black. La traduzione letterale del nome ermetico ("purtroppo manca l'asse") allude all'assenza di un unico centro focale, sia nella struttura orchestrale che nei riferimenti diretti. "Sono un musicista completo" è la scommessa del brooklyniano Black, tamburo maggiore della giovane scena newyorkese e uomo di fiducia di Uri Caine, Dave Douglas, Ellery Eskelin e Tim Berne, che sulle orme di un riconoscibile maestro, Jack DeJohnette, rifiuta di essere catalogato come un "semplice" batterista. AlasNoAxis, la sua prima formazione da leader, è la tela su cui Black fissa i suoi contrasti. Tra astrazioni melodiche quasi elegiache, tessiture elettroniche e atmosfere ritmiche vive, enigmatiche, rappresenta una divertente destrutturazione e ricomposizione di disparate forme d'arte.
Chris Speed, nato nel 1967 a Seattle, impara a suonare prima il pianoforte poi il clarino. Nel 1987, per completare i suoi studi musicali – nel frattempo era passato al sax tenore – si trasferisce a Boston
e qui forma il suo primo gruppo stabile, Human Feel, con Jim Black, l’altro sassofonista Andrew D’Angelo e Kurt Rosenwinkel alla chitarra. Approdato nel 1992 a New York, si ritrova con Black in due progetti: Pachora, ispirata dal fascino della musica balcanica e tzigana e il Yeah No Quartet, che rievoca sui generis le dinamiche del leggendario quartetto fondato quasi cinquant’anni or sono da Ornette Coleman e Don Cherry, ai cui insegnamenti Speed rimane ancora affezionatamente legato. Sono una cinquantina i lavori discografici cui ha partecipato come leader o come sideman, soprattutto nell'ambito della consolidata avanguardia newyorkese di griffe Knitting Factory.
Il bassista Skuli Sverrisson, dall'attento e agile senso della propulsione, predilige le frequenze ultraprofonde e ama sconvolgere le simmetrie con frasi fosforescenti. Pensa alla nativa Islanda come patria della "cultura della curiosità", e trova normale investigare la musica a fondo, senza riguardo ai confini temporali, territoriali o stilistici. Alla "cultura dell'informazione" degli ultimi 15 anni riconosce il merito di aver creato "l'attenzione ad altri suoni e ad altre forme di fare musica che consentono di trascendere la storia e le categorie". Attivo in vari contesti multimediali, è direttore musicale dell'icona della neo-musica Laurie Anderson.
La chitarra elettrica dell'altro strumentista islandese, Hilmar Jenson, adottando distorsioni da rock estremo tipo Sonic Youtrh e ipnosi caratteristiche della ambient music, provvede ad estendere ulteriormente l'impossibile "asse" di AlasNoAxis, una formazione che offre molto da contemplare all'occhio della mente.


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