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:: LINGUAGGI JAZZ 2004 ::

Sabato 6 marzo - Piccolo Regio Puccini ore 21

GERI ALLEN
Dedicated to MAL WALDRON

Geri Allen, pianoforte

Lo stile di Geri Allen è un distillato dell'intero spettro del jazz pianistico. Elegante, autorevole, temeraria, anche quando si accosta alla tastiera con tutta la sua potenza - per dirla con LA Weekly - "sembra che cammini sull'acqua".
Dopo essersi laureata in jazz alla Howard di Washington e in etnomusicologia all'Università di Pittsburgh la musicista, originaria del Michigan, si stabilisce a New York City. I primi ingaggi sono con Lester Bowie e, sorprendentemente, con Mary Wilson delle Supremes. A contatto col clima effervescente della Mela negli anni Ottanta, l'artista impara ad eludere le singole categorie, proponendo una voce squisitamente individuale, e si impone come fiera esploratrice dei sentieri della diaspora africana, dei vernacoli blues, bebop e hard bop e delle creste del free jazz.

Ugualmente a suo agio con le sperimentazioni di M-Base di Steve Coleman, in accompagnamento a Betty Carter o a fianco di Ornette Coleman (il suo fu il primo piano acustico nel gruppo del seminale altosassofonista, dai tempi delle incisioni pionieristiche di Paul Bley), ha registrato per una lunga lista di etichette indipendenti, a partire dal debutto con Joseph Harman nel 1983, prima di approdare alla Blue Note e alla Verve. Nel film di Altman Kansas City ha impersonato Mary Lou Williams in una sorta di omaggio reciproco, dell'allieva alla mentore e del cinema stesso a Geri Allen.
A tutt'oggi Allen - inclusa dalla rivista Essence tra le 200 donne straordinarie (non solo donne di jazz, né solo di spettacolo) che hanno cambiato il mondo - rimane un'artista di altissimo profilo. La pienezza dei suoi fraseggi è al servizio di una distinta immaginazione, lontana da formalismi e modelli predefiniti.
Geri Allen e Mal Waldron sono apparsi alcune volte nello stesso cartellone e nella primavera/estate del 2002 hanno costituito un informale, appassionato duo pianistico. La sintesi tra due differenti bagagli di esperienza, due visioni originali e differenti, fu particolarmente emozionante.
Da un lato il pianismo essenziale, sgranato, preciso, di quello che era stato l'ultimo accompagnatore di Billie Holiday e poi intraprese un fertile rapporto,tra gli altri, con Abbey Lincoln, Max Roach e Steve Lacy.
Dall'altro le trame complesse dell'interprete più giovane, un tradizionalismo in perpetua dialettica col presente, o meglio con la propria visione del presente.

La stimolante conversazione in musica si risolse in una riflessione sull'impareggiabile valore della trasmissione della sapienza tra le generazioni. La scomparsa di Waldron, avvenuta a 77 anni il 2 dicembre 2002 a Bruxelles dove risiedeva da lungo tempo, non ha interrotto il flusso della sua sapienza, ma fornisce, alla collega come ai numerosi appassionati, un ulteriore spunto di riflessione. È con questo spirito che Geri omaggia a Torino l'amico e maestro in un affettuoso recital per piano solo.


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