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:: LINGUAGGI JAZZ 2005 ::

Sabato 26 febbraio ore 21, Piccolo Regio Puccini

ROBIN EUBANKS TRIO
EB3


Robin Eubanks, trombone acustico ed elettrico, percussion pads, loops
Michele Rosewoman, pianoforte e tastiere
Kenwood Dennard, batteria

Nipote di un'icona del jazz, Ray Bryant, e fratello del chitarrista Kevin, del trombettista Duane e del bassista - trombonista Shane (gli ultimi due sono gemelli), Robin Eubanks ha maturato un suono scuro, profondo, talora misterioso, connaturale al portamento post-bop. Il suo stile, versatile e inconfondibile, è creato grazie all'ausilio tecnico di uno strumento particolare, con la sezione interna e la campana più larghe dei tromboni tradizionali in si bemolle.
Cresciuto a Filadelfia in una casa dove la madre insegnava musica (e quell'andirivieni di studenti che strapazzavano in continuazione la tastiera non contribuì a fargli amare il pianoforte), le passioni iniziali di Robin furono rock, soul e funk. Il primo assolo che imparò a memoria fu quello di Fred Wesley in "Pop Corn" di James Brown (e quelle radici R&B non vennero mai estirpate), ma fu l'ascolto di J.J. Johnson, insieme a Slide Hampton che eserciterà un'influenza decisiva, ad introdurlo al jazz.
Eclettico e aperto ad ogni sollecitazione, negli anni Ottanta Eubanks ha gravitato soprattutto attorno al collettivo M-Base di Steve Coleman, per poi concentrarsi sull'onda lunga del hard bop
nelle formazioni di Art Blakey, Elvin Jones e McCoy Tyner e infine maturare come leader di varie elastiche aggregazioni. Radicato alla tradizione del proprio strumento e della musica neroamericana in generale ma sempre capace di guardare avanti, Robin adopera con creatività effettistiche elettroniche, anche come prolungamento del suono del trombone. È una specie di "trombone elettrico", con diversi processori e variatori che agiscono sul segnale che transita dal microfono. "È quello che i chitarristi fanno da decenni", spiega Robin, che a Jimi Hendrix ha dedicato un brano del riuscitissimo cd Get 2 It.
Michele Rosewoman, originaria di Oakland, California, gode di una ferma reputazione di pianista, percussionista, compositrice e direttrice musicale. Oltre a sette incisioni a proprio nome, ha composto e arrangiato per gruppi di molteplici estensioni, dal trio alla big band di 40 elementi. "Duke Ellington ha indicato la strada, arrangiando e riarrangiando la stessa musica in contesti differenti," spiega "è incoraggiante adattarsi a diversi organici musicali". Michele, che vanta anche una profonda conoscenza dei nessi tra il jazz e la musica cubana, ritrova Eubanks dopo l'esperienza di FourSight, un quartetto condiviso con Rufus Reid e Billy Hart.
Il concetto di fusion potrebbe essere stato inventato espressamente per il batterista Kenwood Dennard, ideale completamento degli EB3. Non ancora adolescente, il nativo brooklyniano era già in forza con Listen My Brother, un consesso soul-gospel che comprendeva Luther Vandross e Nat Adderley Jr e si faceva le ossa davanti all'esigente pubblico dell'Apollo Theater.
Più tardi ha fatto parte dei Brand-X e dei gruppi di Dizzy Gillespie, Phillis Hyman e Pharoah Sanders e di un epico power trio con Jaco Pastorius al basso e Hiram Bullock alla chitarra. Il suo primo album da leader, Just Advance, per DownBeat, è il suono di una jam tra amici che mostrano le loro influenze: James Brown, Sly Stone, P-Funk, Hendrix, i Beatles, il tutto condito con i Mandrill, Mahavishnu e il Miles "post-Bitches". Docente titolare alla Berklee, è considerato "a drummer's drummer"; un modello per tanti batteristi contemporanei.

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