Home page

Indietro
:: LINGUAGGI JAZZ 2005 ::

Sabato 12 febbraio ore 21, Piccolo Regio Puccini

ANDY McCLOUD’s  GENTLEMEN OF JAZZ
The Post Bebop Era


Joe Ford, sassofoni
Duane Eubanks, tromba
Marcus Persiani, pianoforte
Andy McCloud III, contrabbasso
Rudy Walker, batteria

Foto: Guido Frizzoni
Andy McCloud già da tempo ha adottato per sé il nom-de-disque di "Gentleman del jazz", estendendolo poi all'intera formazione. Nativo di Newark, New Jersey, e attivo sulla scena newyorkese dagli anni Settanta, ha lavorato a lungo con Elvin Jones, Jon Hendricks, Betty Carter, Clifford Jordan e Hilton Ruiz. Ha partecipato a una cinquantina di album, adattandosi perfettamente alle direzioni suggerite dai contesti in cui operava, dal mainstream all'avanguardia a fertili intersezioni col latin jazz.
La sua impostazione prediletta resta comunque l'onda lunga del maestoso, volitivo jazz nero variamente designato come "post bebop" o "hard bop": un mood legato a figurazioni blues, gravido di swing e di immaginazione, assertore ad un tempo di libertà e di fiera appartenenza alla tradizione. Nel repertorio dei Gentlemen of Jazz quelle linee sono espresse con coerenza, dall'eredità imprescindibile di Charlie Parker a partiture ispirate a Pharoah Sanders, Horace Silver, Lee Morgan e Clifford Jordan.

Il sassofonista Joe Ford vanta una carriera professionale di più di 40 anni. L'ultimo di una serie di prestigiosi riconoscimenti, che comprende due Grammy e ripetuti primi posti nei polls di Playboy e DownBeat, gli è stato conferito lo scorso mese di settembre, quando è stato cooptato nella Music Hall of Fame di Buffalo, NY. "La mia vita nel mondo del jazz mi ha permesso di lavorare con grandi colleghi e mi ha fatto girare il mondo", ha dichiarato in quella occasione, "ma ricevere questo tributo dalla mia città, dove tutto è iniziato, riveste un'importanza speciale".
Ford è noto soprattutto per i suoi eccellenti trascorsi con McCoy Tyner. "Ad un musicista capita raramente di suonare a fianco di un autentico innovatore. Al pari di Coltrane, McCoy è stato responsabile di molte delle evoluzioni di stili, forme e degli stessi concetti del jazz, ed è stato un onore fare parte della sua band così a lungo."
Duane Eubanks appartiene ad una famiglia illustre. Fratello minore del trombonista Robin e del chitarrista Kevin, nipote del gigante del pianoforte Ray Bryant, ha alle spalle una considerevole carriera come trombettista in numerose big bands. In un paio di interessanti album a suo nome su TCB riconduce la colloquialità hip hop della musica che ascoltava da ragazzo a linguaggi e strutture tipiche dei modelli adottati in territorio jazz: Miles Davis, Freddie Hubbard, Blue Mitchell.
Il compositore e arrangiatore Marcus Persiani è dotato di un vocabolario stilistico variegato, e frequenta con intelligenza territori attigui al jazz, musicalità afro-cubane, funk e R&B contemporaneo. Pianista titolare delle epiche Monday Night Jam Sessions al St. Nick's di New York, lo storico pub dove aveva inciso anche Charlie Parker, per il sassofonista Patience Higgins è "la quintessenza dei jazzisti newyorkesi".
Completa degnamente la formazione Rudy Walker, dinamico batterista con trent'anni di esperienza (lo si è ascoltato a fianco di Sonny Fortune, Lou Donaldson e del poeta e performer Amiri Baraka) e una versatilità che si estende al blues e all'approfondimento delle percussioni dell'Africa occidentale.

Indietro