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Conservatorio G. Verdi Piazza Bodoni Torino

Sabato 4 febbraio 2012

Informazioni biglietti



ROMANO SCLAVIS TEXIER TRIO
African Flashback!

Louis Sclavis, clarinetti
Henri Texier, contrabbasso
Aldo Romano, batteria

Il sodalizio tra tre colonne del jazz dell’Esagono, Louis Sclavis, Henry Texier e Aldo Romano, è nato nel 1990 in occasione di una tournée in Africa. Per conservare memoria dell’esperienza, i musicisti e Guy Le Querrec, il fotografo dell'agenzia Magnum che li accompagnò con la sua Leica, pensarono a un disco corredato da un libretto con una cinquantina di foto del viaggio. L’album, Carnet de routes, uscì nel 1995 raccogliendo un successo straordinario. Tre anni dopo, i quattro amici decisero di rinnovare l’impresa, visitando l’Africa orientale e meridionale e registrando un secondo lavoro, Suite Africaine, ancora impreziosito da splendide fotografie. Il terzo capitolo discografico del progetto, African Flashback, è invece un viaggio nella memoria, tributo di tre musicisti al fedele testimone fotografico e alle popolazioni che l’hanno ispirato. Tra jazz e world, sketches impressionistici e concatenazioni tematiche, il trio esercita un "Africanismo elettivo" che, come ricorda Sclavis, è ben di più "della pura imitazione di ciò che vedemmo, ascoltammo e scoprimmo sul posto. Partiti con la nostra musica, siamo tornati con la testa affollata di ritmi e di melodie che ci hanno dettato inconsapevolmente nuove composizioni". Il 67enne Henri Texier ha affrontato molte avventure. Si fece un nome, in ambito free, con Michel Portal, Steve Lacy e nell'European Rhythm Machine di Phil Woods. Un disco in piena solitudine, Amir, del 1976, segna il debutto del suo "jazz-folk", innovativa sintesi tra jazz e tradizioni celtiche e magrebine. Rugoso, quasi rustico, il contrabbassista si trasforma in percussionista che picchia freneticamente cassa e corde, ma pure in melodista

uso a canticchiare mentre suona. Per quanto ami ritrovarsi solo col suo strumento, Texier è capace di ascoltare; in sodalizio con altri, la sua generosità si moltiplica nella pratica della libera improvvisazione collettiva.Sclavis (Lione, 1953), entrato nel mondo dei clarinettisti sotto l'influenza naturale di Sidney Bechet e di Eric Dolphy, persegue dagli anni Ottanta "la ricerca del folklore immaginario", e non esita a infarcire la sua musica di tango, di rock e di folk francese. Pulsazioni e armonie insolite non gli impediscono tuttavia di rivendicare pienamente la sua piena appartenenza al jazz. "Rimango un jazzista. È una maniera particolare di affrontare la musica e di condividerla con i musicisti e il pubblico. I giovani che vengono ai nostri concerti sono catturati. Non si aspettano questo trattamento dell'improvvisazione, degli strumenti, dei ritmi. Scoprono un ampio ventaglio di libertà." Il batterista "italo-parigot" Aldo Romano è nato a Belluno nel 1941. Dapprima chitarrista, si specializzò nel suo attuale strumento in piena epoca free, un tirocinio maturato col quintetto di Don Cherry e alla corte di Carla Bley, massima sacerdotessa del genere. In seguito costituirà un quartetto di fusion, Total Issue, con Texier, Chris Hayward e Georges Locatelli; tra le numerose collaborazioni frequenterà Paolo Fresu, Franco D'Andrea e soprattutto Michel Petrucciani, che contribuirà a far conoscere e a introdurre nel grande circuito internazionale.



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